Crisi economica e commercio elettronico
In un anno la vendita al dettaglio è “aumentata” dello 0,1%, una ripresa secondo qualcuno. Comunque, dopo anni di decrescita, si tratta di un’inversione di tendenza. I nostri economisti stanno facendo sforzi notevoli per identificare quali siano i settori in crescita e sui quali è opportuno investire. Da un po’ di tempo mi sembra che vada forte il settore agroalimentare e quello vinicolo. Quello che mi sorprende è che quasi nessuno sembra accorgersi che il settore che è in costante crescita dagli anni 90 è quello degli e-commerce, e non di poco! Nel 2017, secondo il sole 24 ore, del 20%. Ancora più sorprendente è vedere come dagli 8 miliardi del 2010 si sia passati ai quasi 23 del 2017. E il fenomeno non accenna ad arrestarsi!
Commercio elettronico per settori
Oggi il settore che “muove” più soldi online è quello del turismo, seguito dall’Informatica, poi l’abbigliamento e quindi le assicurazioni. Ci sono ancora un sacco di settori dove il mercato online non è ancora arrivato, o meglio, non ha ancora “sfondato”. Questo mi fa pensare che la crescita sarà molto lunga. E l’Italia è anche in ritardo rispetto a molti altri paesi.
Perché si fatica ad investire negli e-commerce? È una bella domanda, poiché, visti i dati, tutti dovrebbero correre ad aprire il loro negozio online! Non ho la sfera di cristallo e nemmeno gli strumenti per fare uno studio approfondito del fenomeno, ma, lavorando nel settore da anni, posso formulare qualche ipotesi.
Diffidenza verso Internet
I commercianti nutrono verso il WEB la stessa diffidenza che, tutt’ora, nutrono i consumatori. In un paese come il nostro dove, dietro ogni opportunità, c’è un furbetto pronto a fregarti, concludere operazioni con persone che non si ha l’opportunità di vedere fisicamente, non è rassicurante ne per chi compra ne per chi vende. E questo malgrado, sotto molti aspetti, comprare online oggi sia persino più sicuro che comprare “dal vivo”.
Paura verso ciò che non si conosce
Chi non conosce Internet, ne il computer in generale, non vuole affidare il suo futuro economico ad uno strumento che non sa utilizzare e che, purtroppo, a volte non ha nemmeno la volontà di imparare. Neppure la delega sembra una buona idea. Conosco imprenditori locali (qui nel nord est) che non si fidano di assegnare l’incarico nemmeno ai figli.
Cavallo vincente non si cambia
Se un’attività ci da utili e ci permette di vivere dignitosamente da anni, perché cambiare?
Esperienze negative da parte di colleghi
Aprire un e-commerce non è semplice e nemmeno economico. Qualcuno ci ha provato in passato, ma senza successo. Il fatto è che, quando si apre un negozio online, i costi di attivazione non sono di molto inferiori a quelli di un negozio “fisico”. Chi avesse avuto l’idea di fare le cose in economia ne è rimasto scottato e ne ha fatto una cattiva propaganda con i colleghi.
Traete le vostre conclusioni
Ora, io di professione mi occupo di e-commerce, quindi è inutile che vi dica la mia opinione sul fatto che valga o no la pena di investire in questa direzione, ma vi invito ad analizzare come va il mercato e a fare una seria analisi della realtà, magari facendovi aiutare da un professionista. Guardate anche quello che succede oltreoceano, dove si sta verificando quello che io chiamo commercio 3.0: si è passati prima dalla piccola alla grande distribuzione, ora i grandi centri commerciali chiudono per lasciare posto agli e-commerce. Non è detto che tutti debbano, prima o poi, passare al WEB, ma fateci un pensiero